Letteratura: storia e critica
Beppe Fenoglio e la Resistenza
Pietro Chiodi
Libro
editore: Edizioni dell'Asino
anno edizione: 2022
pagine: 80
Cinquant'anni fa, il 22 settembre 1970, moriva Pietro Chiodi, docente di Filosofia della storia all'Università di Torino. Nel 1939 aveva ottenuto una cattedra di storia e filosofia del liceo classico Giuseppe Govone di Alba, nel quale insegnò per 18 anni. Qui divenne intimo amico del collega di lettere Leonardo Cocito, ucciso dai nazifascisti nel 1944, ed ebbe tra i suoi allievi il futuro scrittore Beppe Fenoglio. È autore del diario partigiano Banditi (la cui prima edizione uscì nel 1946) e la sua visione filosofica è ora raccolta in Esistenzialismo e filosofia contemporanea (2007). Tra i suoi scritti più belli, i tre che qui riproponiamo: su Beppe Fenoglio, su Leonardo Cocito e sull'orgoglio di Chiodi per aver partecipato alla Resistenza. «Forse - scrisse il filosofo - per vivere bisogna dimenticare, ma certamente per capire bisogna ricordare». Prefazione di Alberto Cavaglion e postfazione di Gabriele Pedullà.
Cartografie letterarie. Da Dante a Montale
Aldo Maria Morace
Libro: Copertina morbida
editore: Bulzoni
anno edizione: 2021
pagine: 720
Sofocle, la solitudine di Filottete
Enrico Testa
Libro: Copertina morbida
editore: Il Mulino
anno edizione: 2021
pagine: 184
Irti scogli, anfratti sul mare, animali dei monti allora siete voi la mia sola famiglia, e le pietraie scoscese le sole a cui possa rivolger la parola. E a voi - mia sola compagnia - dedico il mio pianto su quanto m'ha fatto il figlio di Achille. Un gramo destino, quello di Filottete. Scacciato dai compagni che assediano Troia perché disgustati dalla sua piaga immonda e inguaribile, è abbandonato su un'isola deserta, dove trascina una vita di stenti per nove anni. Quando una profezia annuncia che solo con lui e con il suo arco infallibile - dono di Eracle - si otterrà la vittoria, Ulisse e Neottolemo, figlio di Achille, arrivano sull'isola per condurlo, con le buone o con le cattive, a Troia. Da qui un dramma teso allo spasimo, che mette in scena questioni che toccano la coscienza di ognuno: l'esclusione del malato e la sua solitudine senza rimedio, il conflitto tra presunti interessi superiori e la pietà, lo scandalo assurdo della sofferenza, l'enigma della condizione umana sotto un cielo muto e imperscrutabile.
Per Federigo Tozzi. A cento anni dalla morte
Libro: Copertina morbida
editore: Cesati
anno edizione: 2021
pagine: 322
A cent'anni dalla morte di Federigo Tozzi, l'Accademia Petrarca di Arezzo dedica un libro miscellaneo alla figura di uno degli scrittori che continua ad essere centrale nella storia della letteratura italiana del Novecento. Un libro per Tozzi sotto il segno di Francesco Petrarca, autore di un libro supremo come il suo Canzoniere; un libro per Tozzi che di un libro aveva fatto l'immagine riassuntiva di tutto il reale esistenzialmente attraversato e, mediante la creazione di altri libri, interrogato. Scrive Tozzi in una delle sue bellissime prose di Bestie: «Nei grandi prati, che mi piacevano anche prima di leggere il Petrarca, torno per vedere i fiori che avrei offerto, molti anni fa, a qualche ragazza che me l'immaginavo come ora la vedo disegnata in qualche libro». Del curatore del volume, Marco Marchi, è la scrittura binaria della vita e delle opere di Tozzi, mentre ad altri studiosi è lasciato il compito dell'analisi dello sperimentalismo di Tozzi, della sua forma breve, della rappresentazione della morte e dei morti e delle persone e dei personaggi. Infine a Gloria Manghetti (direttrice del Gabinetto letterario Vieusseux) il compito dello studio dell'archivio dello scrittore.
An etymological dictionary for reading Boccaccio's «The Corbaccio or The Labyrinth of Love»
Osamu Fukushima
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2021
pagine: 920
Dopo il corposo lavoro sul Decameron di Boccaccio, sull'Elegia di Madonna Fiammetta, sul Ninfale fiesolano, sul Filostrato, sul Ninfale d'Ameto e il recente Filocolo lo studioso Osamu Fukushima propone un altro utile dizionario etimologico di un'opera del Boccaccio: Il Corbaccio. L'opera composta negli anni della maturità è scritta in volgare e ci è stata tramandata in ottantadue codici. Tra i quali, il più attendibile sarebbe il Laurenziano XLII trascritto a mano da Francesco d'Amaretto Mannelli. L'opera è, ancora una volta, la prima indagine sulla storia, l'origine o l'etimologia delle parole dell'opera di Boccaccio. Il testo affronta in modo diffuso argomenti grammaticali e sintattici come proprietà linguistiche nominali e pronominali quali persona, genere, numero e caso, proprietà linguistiche verbali come tempo, aspetto, modo e voce ed elementi sintattici come causativi, conversioni e costruzioni impersonali.
La parola e gli occhi. L'ekphrasis nella Tebaide di Stazio
Francesca Econimo
Libro: Copertina morbida
editore: Scuola Normale Superiore
anno edizione: 2021
pagine: 414
Saggi in miniatura dell'arte poetica di Stazio, le ekphraseis della Tebaide si presentano come punto di intersezione tra immagine e testo. Attraverso la descrizione di contenuti 'figurativi', esse si sviluppano in realtà come racconti mitici inglobati nel tessuto narrativo principale. Dalla loro dimensione digressiva di immagini spettacolari, 'per gli occhi', le ekphraseis vengono dunque lette anche alla luce del sistema complessivo del testo epico di cui fanno parte, come strumenti di interpretazione e di riflessione poetica in grado di aprire un canale di osservazione privilegiato sull'opera stessa.
Saggi 2006-2017
J. M. Coetzee
Libro: Copertina morbida
editore: Einaudi
anno edizione: 2021
pagine: 224
Questi Saggi danno la sensazione che Coetzee abbia fissato negli occhi gli scrittori di cui parla. Non importa che molti siano uomini e donne di decenni e secoli passati: ogni volta Coetzee, immergendosi nella scrittura di autori come Defoe e Beckett, Flaubert o Roth, sembra riportare alla luce una verità tanto ustionante da apparire ancora pulsante di vita. Il gusto per il dettaglio biografico inatteso (Robert Walser soffriva di «crampi psicosomatici» che attribuiva ad un'avversione per la penna; Irène Némirovsky scriveva «finali affrettati» perché cominciava sempre un altro romanzo prima di concludere il precedente), la capacità di cogliere e interpretare ogni sfumatura dei personaggi piú emblematici, il passo narrativo e una scrittura che anche nello spazio di un breve saggio conserva la sua potente precisione, rendono questo volume un compendio di critica letteraria impareggiabile.
Protagoniste alle origini della Repubblica. Scrittrici, editrici, giornaliste e sceneggiatrici italiane
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2021
pagine: 260
I saggi raccolti nel volume presentano prospettive nuove e declinazioni diverse del protagonismo delle intellettuali italiane nella costruzione di una nuova cultura democratica. Un’indagine che attraversa il partecipato impegno di tredici autrici (Aleramo, Banti, Bellonci, Cialente, de Céspedes, Ginzburg, Manzini, Masino, Morante, Ortese, Romano, Viganò, Zangrandi) dalla fase in cui ha origine la progettazione della Re- pubblica (1943) ai suoi primi dieci anni di vita (1956). Le protagoniste sono figlie dei silenzi inquieti e contraddittori della storia e madri della nuova letteratura resistenziale e repubblicana. Vivono la gestazione della Resistenza come un’attesa; la nascita della Costituzione con un gesto civile, il suffragio universale che spezza la catena del doloroso silenzio politico con una particolare e sottile forma di libertà emotiva e storica; la crescita della nuova Repubblica attraverso un intenso sguardo politico della letteratura. Trasversali fra politica, letteratura, giornalismo, editoria e cinema, tutte affidano alle scritture, private e pubbliche, le trame di un’esistenza intima e collettiva che le dispone al centro della storia e ci interroga, oggi, sul senso della nostra stessa storia.
Il teatro di Salvatore Di Giacomo tra dialetto e italiano
Cristiana Di Bonito
Libro: Copertina morbida
editore: Cesati
anno edizione: 2021
pagine: 234
Sul finire dell'Ottocento l'esigenza di un nuovo teatro dialettale d'arte, in opposizione al teatro comico di Petito e Scarpetta, provoca a Napoli un dibattito che ha risonanza nazionale e vede tra i principali protagonisti Salvatore Di Giacomo. Negli stessi anni, attraverso opere come 'O voto e Assunta Spina, Di Giacomo concretizza il progetto di un teatro verista destinato a rappresentare 'fotograficamente' la realtà contemporanea. In funzione di questo obiettivo, l'autore punta nei suoi drammi a un calibrato dosaggio linguistico, in cui risalta l'attenta osservazione della variabilità interna al dialetto, che ai diversi livelli diastratici e diafasici si incrocia con l'italiano in maniera sempre consapevole e verosimile. In questo libro, anche grazie al recupero di nuove testimonianze, si ricostruisce la genesi delle opere teatrali di Salvatore Di Giacomo composte parallelamente al dibattito sul nuovo teatro dialettale e in vario modo esposte a processi di revisione e di riscrittura. A partire da uno studio filologico dei testi, si propone quindi un'analisi degli usi del dialetto presentati nei drammi, con l'obiettivo di giungere a un profilo linguistico dell'autore, che integri in una visione d'insieme la scrittura per la scena e la produzione poetica. Presentazione di Nicola De Blasi.
Tra cielo e terra. In viaggio con Dante Alighieri e Marco Polo
Giuseppe Mussardo, Gaspare Polizzi
Libro: Libro in brossura
editore: edizioni Dedalo
anno edizione: 2021
pagine: 280
«Entrambi avevano viaggiato in posti sconosciuti, in luoghi mai visti da nessuno prima, in una grande corsa verso l'ignoto: nei loro viaggi avevano seguito il ritmo delle onde, la tempesta dei venti, si erano inebriati uno della vastità dei paesaggi immensi, l'altro di oscuri gironi infernali. Si erano interessati di scacchi e di angeli, di peccatori e di briganti, di santi e di assassini, di strabilianti miracoli e di grandi nefandezze, così come di astrolabi e di bussole, di geografia e di cosmogonia». Dante Alighieri e Marco Polo: due facce di un'unica medaglia, quella dell'Italia del Trecento che non finirà mai di stupirci per la sua dannata ricchezza.
Interminati spazi. Leopardi e «L'infinito»
Libro: Copertina morbida
editore: Donzelli
anno edizione: 2021
pagine: 256
I quindici versi più celebri della poesia italiana, e tra i più grandi della lirica di tutti i tempi, che continuano a incantare e soprattutto a stimolare domande, interpretazioni, a porre questioni: sono i versi dell'Infinito, che Giacomo Leopardi scrisse nel 1819, ma su cui tornerà con qualche aggiustamento negli anni successivi, fino alla versione definitiva data alle stampe con l'edizione Starita dei Canti del 1835. La tensione poetica e filosofica che si sprigiona da questa lirica giovanile attraversa tutta la meditazione leopardiana sia in versi che in prosa e giunge fino a noi, con un'evidenza che ancora ci interroga, costituendo la soglia che apre alla poesia contemporanea. Prima definito un idillio, poi invece un canto, L'infinito concentra in pochi versi - uno solo in più rispetto a quelli di un sonetto - le grandi domande che assillano l'uomo contemporaneo, oltrepassando ogni artificiosa distinzione dei saperi: ancora oggi, come scrive Alberto Folin nel saggio introduttivo al volume, questa lirica «offre al lettore moderno una straordinaria gamma di possibilità interpretative, non solo sul piano critico e filosofico, ma anche su quello delle scienze umane e di quelle cosiddette "esatte"». Prefazione di Fabio Corvatta.